La Meralgia Parestetica è una sindrome da intrappolamento a carico del Nervo Femoro-Cutaneo Laterale (NFCL) che può verificarsi a livello del legamento inguinale, a livello della sua emersione dal muscolo psoas o nel passaggio sotto o attraverso la fascia lata.
È una sindrome responsabile di svariati sintomi sensitivi in corrispondenza della regione antero-laterale della coscia.
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La meralgia parestetica ha un’incidenza di circa 4,3 casi ogni 10.000 persone, e colpisce prevalentemente individui di sesso maschile e di mezza età (il 68%) in maniera unilaterale nel 78% dei casi.
In letteratura è inoltre descritta una forma familiare.
La sindrome da intrappolamento è solitamente idiopatica, ma si può verificare in seguito a:
• un trauma o ad “overuse”;
• neuropatia (ad es. diabete, AIDS);
• la variabilità anatomica, presente in più del 60% dei casi, ne aumentano il rischio in seguito ad interventi chirurgici (erniorrafia laparoscopica, chirurgia vertebrale lombare, artroprotesi d’anca);
• compressione da cause esterne (da cintura o abbigliamento troppo stretto);
• compressioni all’interno della pelvi (obesità, gravidanza, neoplasia pelvica e/o retroperitoneale, ascite);
• stretching del nervo conseguente ad un prolungata iperestensione del tronco o dell’arto inferiore;
• eterometria degli arti inferiori.
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I sintomi sono rappresentati comunemente da parestesia (formicolio), sensazione di bruciore, intorpidimento e dolore nella porzione antero-laterale della coscia.
Possono intensificarsi col cammino o mantenendo la posizione in piedi a lungo.
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La diagnosi di meralgia parestetica si basa essenzialmente sull’anamnesi (i sintomi si aggravano nell’alzarsi dalla posizione seduta, nello stare in piedi a lungo o nell’estensione passiva dell’anca) e sulla clinica riferita dal paziente, cui spesso vengono associati l’esame elettromiografico e, grazie ai suoi vantaggi in termini di praticità e basso costo, la valutazione ecografica.
Questa ultima metodica, infatti, oltre ad evidenziare l’eventuale imbibizione edematosa ipoecogena del NFCL, fornisce un’immediata guida interventistica sia per il blocco anestetico diagnostico che per la terapia infiltrativa del nervo.
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Il primo tipo di approccio terapeutico verso tale condizione clinica è di natura conservativa.
La terapia manuale integrata all’applicazione di alcuni mezzi fisici permette nella maggior parte dei casi una rapida regressione della sintomatologia.
Risulta inoltre fondamentale l’esercizio terapeutico mirato alla stabilizzazione pelvica e addominale.
Può risultare inoltre utile abbinare una terapia farmacologica con FANS, antidepressivi triciclici e anticonvulsivanti.
Tuttavia, soprattutto nei casi scarsamente responsivi, è spesso necessaria l’infiltrazione eco-guidata di anestetico locale e corticosteroide.
Il supporto ecografico è importante sia per l’individuazione del nervo, vista anche la grande variabilità anatomica, sia per essere certi della posizione dell’ago durante la procedura.
La sonda viene collocata medialmente rispetto alla SIAS, in modo da poter individuare il NFCL mentre decorre al disotto del legamento inguinale, quindi, scegliendo un approccio che può essere in- od out of plane, si procede con l’infiltrazione di circa 5-8 ml di anestetico locale al 2% e 1 ml di corticosteroide, lungo il decorso del nervo.
Alleghiamo uno studio scientifico a riguardo
Dott Fisioterapista Volpe Michele