L’artrosi dell’anca: tante soluzioni fra terapia e movimento

L’artrosi, osteoartrosi (OA), spesso indicata come sindrome “da usura” o malattia degenerativa delle articolazioni, è la forma più comune di disturbo articolare. Essendo una malattia degenerativa, l’OA può coinvolgere qualsiasi articolazione, colpendo prevalentemente la cartilagine articolare e i tessuti circostanti.

Viene classificata in osteoartrosi primaria e secondaria.

  • Nell’OA primaria, la malattia è di origine idiopatica (nessuna causa nota) e di solito colpisce più articolazioni in una popolazione relativamente anziana.
  • L‘OA secondaria,di solito, è una condizione mono-articolare e si sviluppa come conseguenza di una causa ben definita (ad es. trauma).

L’attuale comprensione accettata dell’OA dell’anca è che, sebbene sia la cartilagine articolare ad essere interessata, anche l’intera articolazione e i tessuti adiacenti ne risentono. Infatti, il processo artrosico comporta la progressiva formazione di cisti sub-condrali, di osteofiti, lassità legamentosa peri-articolare, debolezza muscolare e possibile infiammazione sinoviale.

L’OA primaria (detta anche idiopatica), generalmente è una diagnosi di esclusione e si ritiene che rappresenti la maggior parte di tutte le OA dell’anca (Dagenais et al., 2009). Si presume che il fattore principale responsabile dell’osteoartrosi dell’anca sia l’invecchiamento, unitamente a fattori genetici.

L’OA secondaria (da una causa nota) è una conseguenza dovuta a condizioni che hanno modificato l’ambiente cartilagineo ed articolare. Queste condizioni includono traumi, anomalie articolari congenite o dello sviluppo, difetti metabolici, infezioni, malattie endocrine, condizioni neuropatiche e disturbi che influenzano la normale struttura e funzione della cartilagine ialina.

In letteratura, ad oggi, i fattori di rischio che vengono associati all’osteoartrosi sono principalmente (Lespasio et al., 2018):

  • Età
    • Sesso
    • Obesità
    • Genetica
    • Occupazione

Il sintomo più comune di OA dell’anca è il dolore intorno all’articolazione dell’anca (generalmente localizzato nella zona inguinale). Il dolore può svilupparsi lentamente e peggiorare nel tempo (più comune) oppure avere un inizio improvviso. Dolore e rigidità possono svilupparsi al mattino o dopo esser stati seduti o riposati. La rigidità, in genere, dura solo pochi minuti e si attenua in 30 minuti o meno. Se la rigidità mattutina, ad esempio, si prolunga oltre l’ora è bene indagare la presenza di malattie a carattere reumatico.

Il movimento e le attività che decomprimono l’articolazione generalmente migliorano i sintomi dell’OA. Con il progredire della malattia e della degenerazione articolare, i sintomi dolorosi possono manifestarsi più frequentemente anche durante il riposo o di notte.

La valutazione fisioterapica, nell’artrosi dell’anca, risulta un momento fondamentale sia per distinguere la tipologia di artrosi sia per escludere altre condizioni che possono simulare un dolore artrosico (necrosi della testa del femore, ernie lombari, tumori ecc…).

Clinicamente il fisioterapista terrà conto dell’età e delle caratteristiche del paziente evidenziare durante l’anamnesi e relative soprattutto alla presenza di patologie pregresse, fattori di rischio presenti o meno e lo stile di vita. Successivamente si valuterà la sintomatologia del paziente attraverso test che vadano a stressare l’articolazione dell’anca come il Faber test ed il Faddir test che evidenzieranno la presenza di limiti dell’escursione articolare e  provocherà dolore familiare al paziente.

La valutazione clinica sarà seguita da quella strumentale visionando eventuali Rx o Rmn effettuare in precedenza dal paziente.

Un ulteriore aiuto a completamento di un’attenta valutazione viene fornito dall’ecografo che aiuterà il fisioterapista a visionare aree oggettivamente in sofferenza e restrizioni miofasciali sui muscoli che agiscono sui movimenti dell’articolazione dell’anca.

Le moderne linee guida indicano l’esercizio come golden standard della riabilitazione.

Gli esercizi in acqua risultano molto utili in presenza di dolore acuto per alleviare il carico articolare durante la seduta fisioterapica.

Esercizi a carico graduale saranno poi fondamentali nel migliorare la mobilità articolare, la resistenza e la forza muscolare.

A questi si associano esercizi propriocettivi per migliorare la percezione nello spazio del paziente e il carico monopodalico, esercizi aerobici e attività come yoga e pilates.

Nelle prime fasi di trattamento, particolarmente utili possono essere la terapia manuale che andrà a migliorare la mobilità dell’articolazione attraverso dolci mobilizzazioni in tutte le direzioni di movimento e tecniche manuali che andranno ad agire sulle restrizioni muscolari associate.

Per accelerare il processo di ossigenazione dei tessuti, vengono utilizzate le onde d’urto radiali che saranno effettuate non solo dell’articolazione ma su tutte le strutture degli arti inferiori favorendo un’ omogenea vascolarizzazione dei tessuti.

Se il dolore diventa insopportabile o resistente ad almeno 3 mesi di trattamento fisioterapico conservativo, sarà preso in considerazione l’intervento chirurgico di protesi totale d’anca (PTA) che, ad oggi, garantisce un’ottima percentuale di successo anche oltre i 20 anni dall’intervento. In questo caso, la fisioterapia sarà il passo successivo da esercitare fin dal giorno dell’impianto della protesi affinché si possa ottimizzare il risultato dell’intervento chirurgico e garantire la piena funzionalità articolare del paziente.

Sia nel trattamento conservativo che in quello post chirurgico risulterà quindi fondamentale nutrire l’articolazione attraverso buone norme di esercizio da effettuare quotidianamente.

Abbinare attività come la camminata o la ginnastica posturale favorirà ulteriormente la buona ripresa articolare dell’anca, il suo grado di resistenza ai carichi e forza muscolare anche in soggetti più anziani.

Pertanto, ti consigliamo di non allarmarti se nella tua rx trovi scritto “artrosi dell’anca” o termini come “sclerosi acetabolare”, “osteofiti” ecc…Sono infatti tante le soluzioni che potranno esserti fornite.

Prendi un appuntamento ed il nostro FRONT OFFICE ti mostrerà il nostro modus operandi e tutto ciò che verrà affrontato durante la valutazione fisioterapica.

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